Il testamento di Pippo Baudo fa discutere: Katia Ricciarelli svela retroscena e dubbi sulla storica segretaria Dina Minna. Ecco cosa ha detto.
Una vita insieme, poi l’addio amaro
È bastata l’apertura del testamento per far riesplodere vecchie emozioni e polemiche. Katia Ricciarelli, voce storica del bel canto e per diciotto lunghi anni compagna di Pippo Baudo, ha rotto il silenzio sulla delicata spartizione dell’eredità del conduttore. Non ci sta, Katia, di fronte alla decisione di Pippo: dividere il suo patrimonio — che si aggirerebbe intorno ai 10 milioni di euro — tra i figli Alessandro e Tiziana… e Dina Minna, la sua segretaria personale da oltre 35 anni.
In un’intervista a Il Messaggero, la soprano ha detto la sua con l’onestà che la contraddistingue: “Non trovo giusto che la segretaria riceva una parte pari a quella dei figli”. E con tono pungente ha aggiunto: “Lavoro da sempre, non ho mai chiesto nulla. Ma se le segretarie vengono trattate così… allora forse ho sbagliato mestiere”.
Un commento che non passa inosservato, soprattutto perché arriva da chi, con Pippo, ha condiviso ben più di una relazione pubblica: un matrimonio, una vita piena di lavoro, arte, tensioni e affetto.
Il legame (forte) tra Baudo e Dina Minna
Ma chi è davvero Dina Minna, la donna che molti ora considerano la figura più importante nella vita privata di Baudo? Arrivata nella sua esistenza quando aveva solo 18 anni, Dina è diventata la sua ombra silenziosa, il suo braccio destro, il suo porto sicuro.
Ogni mattina, per decenni, si presentava puntuale nella casa romana di Pippo. Gestiva incontri, telefonate, visite mediche, spostamenti. Sempre lì, presente e instancabile. In molti avevano già notato quanto fosse centrale nella vita del conduttore, tanto che Katia stessa aveva confidato: “Tanti amici mi dicevano che era impossibile contattare Pippo, tutto passava da lei. Ma mai avrei pensato che mi sarebbe stato negato anche un ultimo saluto”.
Dina, da parte sua, ha parlato di Baudo con voce rotta dall’emozione. “Per me era un padre. Mi ha insegnato tutto, anche cosa significa lavorare con rispetto e rigore. Avevamo ancora progetti, poi la sua salute è crollata. Ma ha sempre amato la Sicilia, e vederlo tornare lì, dove tutto è iniziato, è giusto”.
Una storia che intreccia affetto, fedeltà e scelte difficili. Una narrazione che mescola la sfera privata con il peso pubblico di un uomo che ha segnato la televisione italiana, e che, anche dopo la morte, fa discutere per le sue decisioni.
E voi, cosa ne pensate della scelta di Pippo Baudo? Era giusto includere la segretaria tra gli eredi, o avrebbe dovuto limitarsi ai figli? Scriveteci nei commenti: la vostra opinione conta!