Caso Garlasco, Ultime News: Ecco Perchè E’ Stata Uccisa Chiara Poggi!

Un nuovo colpo di scena nel caso Chiara Poggi: le indagini su Andrea Sempio riaccendono i sospetti dopo 18 anni. Scopri tutti i dettagli.

Un’ombra dal passato: il ritorno di un sospetto mai dimenticato

Una nuova breccia si apre nel caso Poggi, che sembrava ormai archiviato da anni. Ma a riaccendere i riflettori è una serie di elementi finora sottovalutati, che oggi, grazie alle tecnologie più avanzate e a una nuova spinta investigativa, stanno riscrivendo la narrazione di quel terribile omicidio. Al centro del nuovo scenario giudiziario torna Andrea Sempio, il giovane amico di Chiara, mai formalmente indagato all’epoca dei fatti, ma la cui figura si sta oggi delineando sotto una luce molto più inquietante.

Scritti oscuri e ossessioni rivelatrici

A far emergere nuovi dubbi sul suo conto non è solo una traccia lasciata sulla scena del crimine, ma anche una serie di scritti privati ritrovati nella sua abitazione. Risalenti al 2017, questi documenti contengono pensieri profondamente disturbanti, tra cui spicca una frase che lascia poco spazio all’interpretazione: “Ho fatto cose così brutte che nessuno può neanche immaginare”. Un’affermazione tanto forte quanto sinistra, che ha spinto gli investigatori a scavare nel profilo psicologico dell’uomo.

Ma non è finita qui. Sempio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nutriva un’attenzione quasi maniacale nei confronti di Alberto Stasi, l’ex fidanzato della vittima, condannato in via definitiva nel 2015. Dai social emergono post inquietanti pubblicati proprio in concomitanza con le sentenze che lo riguardavano, suggerendo un’ossessione che andava ben oltre il semplice interesse mediatico. A occuparsi ora della valutazione psichiatrica è il RACIS dei Carabinieri, con l’obiettivo di comporre un quadro completo della sua personalità.

Il crollo di un alibi e le verità ignorate

Tra le nuove crepe che stanno emergendo nell’impianto accusatorio originale c’è anche l’alibi che aveva in qualche modo messo al riparo Sempio all’epoca dell’omicidio. Il biglietto del parcheggio che testimoniava la sua presenza a Vigevano quella mattina è oggi ritenuto poco affidabile, in quanto privo di elementi identificativi come il numero di targa. Ma il vero colpo di scena arriva da un messaggio che la madre di Sempio avrebbe inviato a un vigile del fuoco proprio alle 9 del 13 agosto, suggerendo che a utilizzare il parcheggio non fosse il figlio, bensì lei stessa. Un dettaglio che, se confermato, annullerebbe il suo alibi.

A questo si aggiungono documenti rimasti a lungo inascoltati. Una relazione dei Carabinieri del 2020 metteva nero su bianco tredici pagine di perplessità sull’inchiesta che aveva condannato Stasi. Quelle stesse perplessità che oggi, alla luce dei nuovi elementi, sembrano trovare eco. Durante un recente interrogatorio, Stasi ha ribadito di non aver mai conosciuto Sempio né di averne sentito parlare da Chiara. Eppure, secondo i riscontri investigativi, il giovane frequentava spesso la casa della ragazza e non si è mostrato sorpreso della possibilità che le sue impronte fossero state ritrovate, specificando di aver toccato tutto tranne la stanza dei genitori.

Ulteriori risvolti sono emersi anche dai video girati da Stasi e Chiara, alcuni dei quali molto personali. La procura ha chiesto all’ex fidanzato di indicare dove fossero conservati quei file e se fossero stati condivisi. In un’intercettazione del 2007, Marco Poggi, fratello della vittima, raccontava di averli trovati per caso sul computer di Chiara, dispositivo al quale avevano accesso anche Andrea Sempio e Alessandro Biasibetti. Dettagli che oggi assumono un peso diverso.

Infine, gli investigatori stanno approfondendo l’origine di una seconda impronta, la numero 10, rilevata sulla porta d’ingresso ma mai attribuita con certezza. Un ulteriore tassello che, insieme agli altri, potrebbe rivelare che la verità su questo caso sia stata, fin dall’inizio, solo parziale.

Una nuova verità all’orizzonte?

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, ci troviamo forse di fronte non alla fine, ma a un nuovo inizio. La giustizia non sempre corre veloce, ma l’importante è che arrivi. E ora, con strumenti più precisi e una volontà rinnovata, si riaccende la speranza di far luce definitiva su un delitto che ha segnato l’Italia.

Cosa pensate di questa riapertura? Siamo davvero vicini alla verità?

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