Un semplice pensionato al centro di una bufera giudiziaria: scopri cosa sta succedendo dietro le quinte del caso Sempio.
Torna a far parlare di sé il caso di Garlasco, ma stavolta al centro della scena non c’è un giovane amico della vittima, bensì suo padre. Giuseppe Sempio, 72 anni, pensionato ed ex operaio con una vita condotta sempre nell’ombra, è ora coinvolto in un’indagine pesantissima: corruzione in atti giudiziari. Secondo quanto trapela da fonti giudiziarie e dalla Procura di Brescia, avrebbe tentato di “comprare” l’archiviazione della posizione del figlio Andrea nel 2017, quando il nome del ragazzo era tornato a riecheggiare nell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi.
Un’accusa che pesa come un macigno e che rischia di riaprire vecchie ferite mai del tutto rimarginate.
Un appunto sospetto e una frase criptica
Il fulcro dell’indagine? Un foglietto ritrovato durante una perquisizione nella casa dei Sempio. Su quel pezzo di carta una frase apparentemente innocua: “Venditti gip archivia per 20/30 euro”. Ma gli inquirenti ci leggono altro. Non una cifra in centesimi, bensì un’allusione tra i 20 e i 30 mila euro, che Sempio avrebbe offerto all’allora procuratore aggiunto Mario Venditti per chiudere il caso del figlio.
Accuse fondate solo su un foglio? Non solo. Nelle intercettazioni, Sempio viene registrato mentre parla con la moglie di denaro in contanti e assegni da far sparire. Frasi come “I contanti li puoi far sparire” hanno acceso i riflettori su movimenti finanziari sospetti che ora la magistratura sta analizzando a fondo.
Gli investigatori hanno già sequestrato dispositivi elettronici e documenti, nella speranza di trovare riscontri più solidi. Per ora, però, ci si muove ancora nel campo delle ipotesi: essere iscritti nel registro degli indagati non significa essere colpevoli.
Giuseppe Sempio respinge ogni accusa: quei soldi — spiega — erano destinati esclusivamente a pagare gli avvocati del figlio, che da anni combatte con le ombre di un delitto irrisolto. Nessuna tangente, nessuna manovra per corrompere giudici o procuratori. Solo un padre che cerca di aiutare un figlio finito, forse ingiustamente, sotto i riflettori.
Tuttavia, il tempismo, le parole intercettate e soprattutto quell’appunto scritto a mano pongono interrogativi pesanti. Il caso Sempio, quindi, si inserisce in un filone già torbido e controverso, aggiungendo ulteriori zone d’ombra a una vicenda che da quasi vent’anni divide l’opinione pubblica.
Ancora una volta, il caso Garlasco si dimostra un puzzle giudiziario complesso, ricco di colpi di scena e personaggi ambigui. La figura di Giuseppe Sempio, fino a ieri quella di un tranquillo pensionato, oggi appare sotto una luce completamente diversa. E sebbene la sua colpevolezza debba ancora essere dimostrata, l’impressione è che dietro le quinte di questa storia ci siano molte più verità non dette di quanto si immagini.
Cosa pensate voi? Siamo davanti all’ennesimo scandalo giudiziario italiano o solo a un fraintendimento?
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