Scopri quanto guadagna ogni mese l’ex premier Dini con una pensione d’oro che continua a far discutere gli italiani.
Lamberto Dini e la pensione d’oro: quanto prende l’ex premier italiano?
Lamberto Dini, ex presidente del Consiglio, ex ministro dell’Economia e figura centrale nella politica e nella finanza italiana dagli anni ‘90 in poi, è spesso citato tra i casi simbolo delle cosiddette “pensioni d’oro”. Alla soglia dei 93 anni, l’ex direttore generale della Banca d’Italia e fondatore del partito Rinnovamento Italiano continua a percepire un assegno pensionistico che fa discutere l’opinione pubblica.
Un assegno mensile a sei zeri
Secondo dati emersi da fonti giornalistiche e parlamentari, aggiornati negli ultimi anni, Lamberto Dini riceve una pensione netta mensile stimata tra i 25000 e i 29000 euro. Si tratta di una cifra ottenuta sommando più trattamenti previdenziali: pensione da dirigente della Banca d’Italia, indennità come funzionario del Fondo Monetario Internazionale (dove ha lavorato per quasi 25 anni), e trattamento da ex parlamentare, ministro e presidente del Consiglio.
In totale, quindi, Dini percepirebbe oltre 300000 euro netti l’anno sotto forma di pensione. L’assegno lordo, secondo alcune ricostruzioni, supererebbe i 400000 euro annui, anche se una parte viene ridotta dalle trattenute fiscali e dai contributi di solidarietà previsti per le cosiddette pensioni d’oro.
Una carriera tra finanza e politica
Lamberto Dini ha avuto una carriera straordinaria sotto il profilo istituzionale. Nato a Firenze nel 1931, si laurea in Economia alla Bocconi e inizia presto la sua carriera internazionale al FMI. Negli anni ‘80 diventa direttore generale della Banca d’Italia, affiancando figure come Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1995, in piena crisi politica, viene chiamato a guidare un governo tecnico da presidente del Consiglio.
Successivamente, Dini fonda un suo partito, Rinnovamento Italiano, e partecipa attivamente alla coalizione dell’Ulivo con Romano Prodi. È stato ministro degli Esteri dal 1996 al 2001. La sua lunga militanza in ambiti di alto livello ha quindi generato più fonti pensionistiche, tutte elevate.
Polemiche e privilegi
Il caso Dini viene spesso citato nel dibattito politico sulle disuguaglianze previdenziali. A fronte di milioni di pensionati italiani che percepiscono assegni inferiori ai 1000 euro mensili, il suo stipendio pensionistico viene visto come un privilegio fuori scala, anche considerando che si tratta di trattamenti maturati secondo le vecchie regole retributive.
Nel 2023 il governo ha introdotto nuove forme di “taglio” o contributo di solidarietà per le pensioni superiori a determinate soglie, ma tali interventi, seppur simbolici, non hanno inciso profondamente sulle posizioni più elevate come quella di Dini. Anzi, spesso i ricorsi legali da parte dei titolari delle pensioni d’oro finiscono col bloccare o ridurre gli effetti di questi provvedimenti.
Il dibattito continua
Il caso di Lamberto Dini resta emblematico per comprendere quanto il sistema previdenziale italiano sia stato, almeno fino a un certo punto, disegnato in modo da garantire rendite molto elevate ai vertici della pubblica amministrazione e della politica. La discussione su un riequilibrio tra pensioni minime e pensioni d’oro è tutt’altro che chiusa.
E voi, cosa ne pensate delle pensioni d’oro come quella di Lamberto Dini? Meritano un ridimensionamento o sono il giusto premio per chi ha ricoperto incarichi di altissimo livello? Scriveteci la vostra opinione nei commenti!