Giuliano Amato, Pensioni D’Oro: Ecco Quanto Prende Al Mese!

Scopri tutti i dettagli sulla pensione milionaria di Giuliano Amato, tra cumuli, vitalizi e beneficenza: un caso che divide l’Italia.

La pensione d’oro di Giuliano Amato: luci, ombre e polemiche

Giuliano Amato è un nome che fa discutere. Non solo per la sua lunga carriera istituzionale, ma soprattutto per l’entità della sua pensione, che continua ad accendere polemiche feroci e a dividere l’opinione pubblica. È la storia di un ex presidente del Consiglio, giudice costituzionale e parlamentare che oggi incassa cifre che fanno sobbalzare chi vive con pensioni minime. Ma quanto prende davvero? E perché?

L’uscita dalla Consulta e l’assegno da ex giudice

Nel settembre 2022, Amato ha concluso la sua esperienza alla Corte Costituzionale, dove era entrato nel 2013 e che aveva presieduto per alcuni mesi. Dal giorno della sua uscita ha diritto a una pensione di circa 6670 euro lordi al mese, che tradotto al netto di tasse e imposte si attesta intorno ai 3500 euro mensili. Una cifra non banale, certo, ma decisamente più contenuta rispetto ad altri assegni che incassa.

Gli assegni da una carriera politica lunghissima

Per capire l’entità della sua pensione complessiva bisogna guardare alla sua intera carriera politica. Deputato, senatore, più volte ministro (anche all’Economia), e due volte presidente del Consiglio. Un curriculum che, sul piano previdenziale, si traduce in un assegno da circa 22.000 euro lordi al mese, ovvero circa 11.000 euro netti. È il prezzo – o il premio – per oltre quarant’anni di politica ai massimi livelli.

La questione del cumulo pensionistico

In Italia la legge consente di sommare pensioni derivanti da cariche diverse. E Giuliano Amato, di fatto, lo fa: mette insieme i circa 6.670 euro lordi della Corte Costituzionale e i 22000 euro lordi derivanti dalle cariche parlamentari e di governo. Il risultato? Circa 28000 euro lordi al mese. Una somma che fa discutere e scandalizza molti cittadini, soprattutto considerando che il trattamento medio pensionistico in Italia si aggira sui 1.200 euro al mese.

Vitalizio devoluto in beneficenza?

Amato ha sempre sostenuto di devolvere il suo vitalizio da ex parlamentare – circa 9.000 euro lordi mensili – in beneficenza. Anzi, si è definito l’unico politico ad aver rinunciato formalmente a questo assegno. Tuttavia, la questione è meno chiara di quanto sembri: formalmente la rinuncia totale non risulta a bilancio, e c’è chi chiede maggiore trasparenza su queste donazioni.“Mister
Negli anni Amato è stato ribattezzato dai media “Mister 31.000 euro al mese”. Lui stesso, però, ha precisato più volte di non percepire sempre tutte le componenti: per esempio sospendeva la pensione da giudice costituzionale durante l’incarico. E in varie interviste ha parlato di un assegno netto mensile di circa 11.000 euro, minimizzando l’idea di un “tesoretto” da favola.

I contributi versati: un’attenuante?

Un altro tema che emerge spesso è quello dei contributi. Amato non è certo un pensionato che incassa senza aver versato nulla: tra contributi diretti e a carico dello Stato, si parla di oltre 1,29 milioni di euro versati. Più di 900000 euro solo dalla Corte Costituzionale, e altri 380.000 euro circa pagati da lui. Una cifra importante che, secondo alcuni, giustifica un assegno elevato. Ma basta a placare le polemiche?

Equità e sostenibilità del sistema

Il caso Amato è un simbolo di un problema molto più grande. Da un lato la legittimità di riconoscere pensioni proporzionate a carriere e contributi di altissimo livello. Dall’altro, il malessere di un Paese dove molti anziani faticano a vivere con assegni minimi. In più, il cumulo di pensioni viene visto come un privilegio intoccabile, mentre la politica promette tagli e riforme che faticano a concretizzarsi.

Un Paese diviso tra meritocrazia e giustizia sociale

Alla fine, la pensione di Giuliano Amato non è solo la sua pensione: è un riflesso delle contraddizioni italiane. Un mix di meritocrazia e privilegi, di contributi pagati e diritti consolidati, di regole che permettono il cumulo e di una società che reclama equità. Finché non si affronterà davvero questo nodo, la pensione di Amato continuerà a essere un simbolo. Scomodo, ma utile per capire dove siamo e dove vogliamo andare.

E voi cosa ne pensate? Scrivetelo nei commenti!

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