Un viaggio nella vita di Francesco Salvi, tra successi musicali, televisione e le sue riflessioni spiazzanti sul mondo dello spettacolo.
Francesco Salvi. Un nome che evoca risate fragorose, sketch fulminanti, tormentoni indimenticabili. Un artista capace di incendiare la televisione italiana degli anni Ottanta con la sua ironia surreale, per poi affrontare il peso del successo – e la fatica di doverlo reinventare. Ma Salvi non è un ricordo ingiallito: è ancora qui. Vivo, attivo, più consapevole di prima.
Facciamo un salto indietro. È il 1985 quando “Drive In”, il programma cult firmato Antonio Ricci, lo proietta nell’Olimpo della comicità. Il suo stile? Un colpo di frusta: battute lampo, situazioni paradossali, un’energia incontenibile. Il pubblico lo adora. Salvi diventa un fenomeno di costume, uno di quei volti che bastava vedere per mettersi a ridere ancora prima che parlasse.
Il successo non si ferma lì. Arriva “MegaSalviShow”, un programma tutto suo che consolida la sua popolarità e lo trasforma in un vero showman. In quegli anni Salvi non è solo televisione: è musica, tormentoni, hit che entrano nella testa di un’intera generazione. “C’è da spostare una macchina” – disco d’oro, sigla del suo show – diventa un mantra nazionale. Poi “Esatto!”, cantato sul palco di Sanremo 1989 con un coro di maschere animali: settimo classificato, ma primo nei cuori di chi ama la comicità nonsense.
Eppure, la storia non è tutta luccichii. Gli anni Ottanta si chiudono e Salvi comincia a perdere quota. Il successo, conquistato a velocità folle, diventa difficile da gestire. Lo ammetterà lui stesso, anni dopo, senza nascondersi dietro scuse. In più di un’intervista ha dichiarato: “Ho gestito male il mio successo. E la comicità di oggi è volutamente mediocre.” Parole schiette, di chi ha capito che il talento non basta se non sai coltivarlo.
Nel frattempo, la vita non gli ha risparmiato guai. C’è anche una pagina giudiziaria: nel 2007 un incidente stradale in provincia di Varese sfocia in un alterco con la polizia. L’autista è accusato di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Salvi viene condannato nel 2012 a sette mesi di reclusione, pena sospesa. Un episodio che ha appannato la sua immagine pubblica, ma che non l’ha fermato.
Perché Salvi, oggi 72enne, non ha mai abbandonato del tutto le scene. Anzi. Ha scelto di ripartire, con nuove sfide. A inizio 2025 ha pubblicato un singolo natalizio dal titolo “Comete come te”, prodotto da DJ Mitch e Paolo Agosta: un ritorno in musica che sa di sfida personale e di voglia di mettersi ancora in gioco. Non basta? Guardatelo sul set di “Heaven or Not”, un cortometraggio della regista Esmeralda Spadea girato a Latina nel febbraio 2025. O rivedetelo ospite da Alessandro Cattelan su Rai2, dove si racconta con ironia e lucidità, senza filtri.
C’è in lui una trasformazione evidente. Da showman sfrenato a uomo che riflette sui propri errori e sullo stato della comicità italiana. Critica, sì, ma anche voglia di rimanere presente. Salvi non è più la star bulimica di apparizioni televisive e tormentoni, ma un artista maturo, disposto a sperimentare con la musica, il cinema e la parola.
Oggi la sua notorietà non vive più dei fasti di un tempo. Vive di altro: della capacità di rimettersi in discussione, di raccontarsi senza paura, di continuare a creare. È un percorso meno facile da applaudire, ma più vero. Perché Francesco Salvi non è sparito: ha solo cambiato forma. E questa versione di lui, più consapevole e meno patinata, forse è la più interessante di tutte.
E voi cosa ne pensate? Vi piace il nuovo Salvi? Avete ricordi dei suoi sketch storici o curiosità sui suoi ultimi lavori? Scrivetelo nei commenti qui sotto!