Luciano Garofano, Vita Privata: Moglie Chi E’ E Che Lavoro Fa!

Scopri la storia di Luciano Garofano, il celebre ex comandante del RIS di Parma: carriera, vita privata, casi di cronaca nera e il suo ruolo in TV.

Luciano Garofano è uno dei nomi più conosciuti in Italia quando si parla di scienze forensi, indagini scientifiche e criminologia. La sua è una vita fatta di rigore, studio e dedizione, che lo ha portato a diventare un volto noto anche sul piccolo schermo, grazie al suo ruolo di esperto in programmi seguitissimi come Quarto Grado. Ma dietro la figura pubblica si cela un uomo estremamente riservato, legato alla famiglia e segnato dalle vicende più oscure della cronaca italiana.

Il volto della scienza investigativa in Italia

Nato a Roma il 5 maggio 1953, Luciano Garofano ha scelto di dedicare la sua vita alla scienza fin dagli anni universitari. Si laurea in Biologia all’Università La Sapienza nel 1976, proseguendo poi con la specializzazione in tossicologia forense alla Federico II di Napoli nel 1993. Ma la svolta vera arriva con l’ingresso nell’Arma dei Carabinieri nel 1978. Qui inizia un percorso che lo vede rapidamente salire di grado, distinguendosi come pioniere nell’applicazione delle scienze biologiche alle indagini criminali.

Dal 1988 al 1995 guida la Sezione Biologia del Centro Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma, periodo in cui contribuisce a modernizzare le tecniche di analisi genetica applicate alla criminologia. Ma è nel 1995 che assume la carica più iconica: comandante del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Parma, ruolo che manterrà fino al 2009. In quegli anni si trova a risolvere alcuni dei delitti più noti e intricati della cronaca italiana, tra cui il caso di Cogne, la strage di Erba, il delitto di Garlasco e il caso Carretta. La sua capacità di analisi, il rigore metodologico e la lucidità investigativa gli valgono il rispetto di colleghi e cittadini, trasformandolo in un punto di riferimento per chiunque si occupi di scienze forensi.

La vita privata e l’impatto emotivo dei casi più crudeli

Se sul piano professionale Garofano si è sempre esposto in prima linea, sul versante personale ha scelto di mantenere il massimo riserbo. Vive a Parma insieme alla moglie, anch’essa biologa, e ai loro tre figli. Dei suoi figli si sa poco o nulla, eccezion fatta per la più piccola, Marta. Questa discrezione è una scelta consapevole: proteggere la famiglia dal clamore mediatico e dal peso dei riflettori.

Il suo legame con i figli si riflette anche nel modo in cui ha vissuto i casi più tremendi della sua carriera. Uno in particolare lo ha segnato in modo profondo: il delitto di Novi Ligure. La giovane Erika De Nardo, responsabile del brutale assassinio della madre e del fratello, aveva all’epoca la stessa età dei suoi figli. Un dettaglio che ha reso quell’indagine non solo un dovere professionale, ma anche una ferita intima difficile da rimarginare.

Dopo il congedo dall’Arma nel 2009, Garofano non ha però smesso di occuparsi di crimine e scienza. Ha scritto diversi libri, come Delitti imperfetti, Assassini per caso e Il giallo di Marina, in cui svela le metodologie e le logiche dietro le indagini più complesse. La sua passione per la formazione lo ha portato anche in cattedra, con incarichi presso l’Università del Salento e l’Università Niccolò Cusano, dove ha insegnato tecniche investigative e criminologia forense.

La sua popolarità è cresciuta ulteriormente grazie alla televisione. Ha condotto L’altra metà del crimine su La7d e partecipa regolarmente a Quarto Grado su Rete 4. In questo programma porta la sua esperienza sul campo, spiegando al grande pubblico i dettagli più tecnici e delicati delle inchieste, contribuendo a diffondere una cultura della legalità e della scienza investigativa.

Non sono mancate le ombre: nel 2009 fu indagato per peculato, accusa poi archiviata. Nello stesso anno si candidò alle elezioni europee senza successo. Episodi che, pur avendo lasciato qualche polemica, non hanno scalfito la sua credibilità di esperto.

La storia di Luciano Garofano è quella di un uomo che ha fatto della scienza e del senso del dovere la sua missione, affrontando le atrocità della cronaca nera senza mai dimenticare la dimensione umana delle vittime e delle loro famiglie.

Alla luce di questo percorso così complesso e intenso, viene naturale chiedersi quanto sia difficile, per chi lavora a stretto contatto con il male, riuscire a non farsi sopraffare dall’orrore. Cosa ne pensate?

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