Il caso Chiara Poggi torna sotto i riflettori a 18 anni dal delitto di Garlasco. Nuove tecnologie e prove scientifiche potrebbero riscrivere la verità su uno dei misteri più inquietanti d’Italia.
L’ombra di Sempio e nuove tracce riaperte
Il nome su cui ora si concentrano i riflettori è quello di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Il suo DNA, ritrovato sotto le unghie della vittima, è un elemento cruciale di questa nuova indagine. Secondo i pubblici ministeri, Chiara fu colpita violentemente al volto e alla testa con un oggetto mai identificato, trascinata per casa e poi lasciata priva di vita in fondo alle scale del seminterrato.
Tra le prove analizzate, spicca la cosiddetta “impronta 33”, una misteriosa traccia rilevata sulla gamba della ragazza. Secondo il medico legale Pasquale Mario Bacco, la forma geometrica di quell’ematoma sarebbe compatibile con il piedino di una stampella con pallini antiscivolo, e non con un tacco come ipotizzato in passato. Questo suggerirebbe che Chiara sia stata colpita con un oggetto mentre era già a terra: un gesto violento, ma anche carico di disprezzo, secondo l’esperto.
Un processo da riscrivere? Stasi e l’ipotesi revisione
La nuova direzione investigativa mette in discussione persino la verità giudiziaria che ha condannato Alberto Stasi, l’allora fidanzato di Chiara. Dopo aver scontato quasi completamente la pena di 16 anni (ora in regime di semilibertà), Stasi ha sempre dichiarato la sua innocenza. Qualora le indagini scagionassero definitivamente Andrea Sempio o portassero a nuove verità, sarebbe inevitabile una richiesta di revisione del processo.
Intanto, i periti incaricati si preparano a raccogliere e analizzare nuovi reperti: ben 58 impronte digitali, tamponi biologici, frammenti di tappetino e persino confezioni alimentari sequestrate nel 2007. Tutto questo sarà incrociato con il nuovo modellino 3D della villetta, che permetterà di simulare ogni movimento dell’aggressore all’interno dell’abitazione.
Ma non finisce qui: si vocifera anche una possibile riesumazione del corpo di Chiara per ulteriori accertamenti, mentre spuntano teorie sempre più controverse, che vanno da rituali satanici a messaggi criptici lasciati da persone vicine ai protagonisti del caso. Tra queste, la figura di Michele Bertani, amico di Sempio morto suicida dopo aver lasciato un post enigmatico che ora, secondo alcune fonti, sarebbe stato decifrato.
Garlasco e l’Italia che non dimentica
La famiglia Poggi, devastata e amareggiata da questo continuo rimescolamento del dolore, chiede rispetto e verità, stanca di insinuazioni e ricostruzioni fantasiose. Ma la sete di giustizia, per Chiara e per l’intero Paese, non si è mai placata. A diciotto anni di distanza, il delitto di Garlasco è ancora una ferita aperta nella memoria collettiva italiana.
Questa vicenda ci costringe a chiederci quanto davvero possiamo fidarci delle verità processuali e quanto il progresso scientifico possa cambiare il corso della giustizia. È giusto rimettere tutto in discussione per cercare la verità?