Alex Britti Spiato Da Una Baby Cam: Il Piano Macabro Della Ex!

Nicole Pravadelli finisce sotto processo per aver spiato Alex Britti con telecamere domestiche usate in modo illecito. Un caso clamoroso tra privacy violata e lotta per l’affidamento del figlio.

Nicole Pravadelli sotto accusa: le baby-cam usate per spiare Alex Britti

Una vicenda dai contorni inquietanti scuote il mondo dello spettacolo e coinvolge il cantautore Alex Britti e la sua ex compagna, Nicole Pravadelli. Al centro della disputa legale, l’uso improprio delle baby-cam, telecamere pensate per garantire la sicurezza dei bambini, trasformate invece in strumenti di sorveglianza illegale. Secondo quanto emerso, Nicole avrebbe sfruttato l’accesso alle telecamere installate da Britti nella loro casa durante la convivenza, per monitorare a distanza ogni movimento dell’ex marito. L’obiettivo? Ottenere materiale compromettente da usare nella causa per l’affidamento esclusivo del loro figlio Edoardo, nato nel 2017.

Un piano che si ritorce contro

Nicole Pravadelli, a conoscenza delle credenziali di accesso ai dispositivi, avrebbe visualizzato e registrato scene private in cui Britti era in compagnia di un’altra donna, convinta che quelle immagini avrebbero potuto avvalorare la sua richiesta al giudice. Le riprese, secondo la donna, avrebbero mostrato un comportamento inadeguato dell’artista nel momento in cui avrebbe dovuto badare al bambino. Tuttavia, l’effetto ottenuto è stato diametralmente opposto: invece di danneggiare Britti, le immagini hanno destato sospetti sul modo in cui erano state raccolte. Il giudice ha quindi allertato la Procura, dando il via a un’indagine per violazione della privacy.

Il pubblico ministero Caterina Sgrò ha ricostruito come Nicole abbia sistematicamente utilizzato le baby-cam per sorvegliare l’ex partner senza il suo consenso, trasformando un normale strumento di sicurezza familiare in un mezzo di controllo illecito. Di conseguenza, la Pravadelli è finita sotto processo con l’accusa di interferenza illecita nella vita privata, rischiando ora conseguenze legali importanti.

Un clima teso e accuse incrociate

Questa, però, non sarebbe l’unica occasione in cui Britti è stato sorvegliato. Durante un’altra indagine condotta dai magistrati di Milano sulle cyber-spie legate al gruppo Equalize, il cantante è stato ascoltato come parte lesa. A quanto pare, anche Fulvio Pravadelli, padre di Nicole, avrebbe tentato di raccogliere informazioni riservate sul cantautore tramite investigatori informatici, sempre con l’intento di rafforzare la posizione della figlia nella battaglia legale per la separazione.

Britti ha dichiarato di essere stato seguito anche fisicamente, non solo controllato tramite mezzi tecnologici. Una situazione che descrive una separazione tormentata, cominciata nel 2019, dopo anni di relazione e la nascita di Edoardo. Dalla rottura, la gestione del figlio è diventata motivo di continui scontri, con Edoardo costretto a vivere a metà tra Milano, con la madre, e Roma, dove risiede il padre.

Nel 2022, Nicole ha presentato in tribunale i video raccolti, convinta che bastassero a dimostrare l’inadeguatezza dell’ex marito come genitore. Ma la mossa si è rivelata un autogol: il giudice, notando l’angolazione delle riprese e l’intimità della scena, ha subito intuito che quelle immagini non erano state acquisite nel rispetto delle regole.

Quando il controllo si trasforma in violazione

Questa storia solleva domande importanti sul rispetto della privacy all’interno di una famiglia, soprattutto dopo la fine di una relazione. È lecito spingersi fino a violare l’intimità dell’ex coniuge pur di prevalere in una causa legale? E fino a che punto è giusto usare strumenti tecnologici pensati per proteggere i figli per altri scopi?

Ti sei mai trovato in una situazione in cui la fiducia ha lasciato spazio al sospetto?

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