Roberta Ragusa, Figlia: Ecco Come E’ Diventata!

La storia toccante di Alessia Logli, figlia di Roberta Ragusa e Antonio Logli, tra tragedia familiare e il desiderio di giustizia e rinascita.

Un destino segnato dal dolore, una forza che sorprende

La storia di Alessia Logli è una di quelle che non lascia indifferenti. La sua vita è stata stravolta nel 2012, quando sua madre Roberta Ragusa è scomparsa nel nulla, lasciando un vuoto incolmabile. Aveva appena 13 anni, un’età in cui si dovrebbe pensare alla scuola, agli amici, ai sogni da costruire. Invece, Alessia si è trovata a vivere un dramma familiare che ha sconvolto l’Italia intera. A questo dolore si è aggiunta, anni dopo, la condanna definitiva del padre, Antonio Logli, a vent’anni di carcere per l’omicidio della moglie. Un colpo durissimo che ha avuto il sapore dell’abbandono totale: da un giorno all’altro, Alessia ha perso entrambi i genitori, uno scomparso nel silenzio, l’altro rinchiuso dietro le sbarre.

Eppure, nel cuore della tempesta, la giovane non ha mai smesso di credere. In più occasioni ha ribadito di non essere convinta della colpevolezza del padre, sostenendo che mancano prove realmente schiaccianti contro di lui. Un’affermazione che non è frutto della negazione o dell’ingenuità, ma di un’esigenza profonda di verità, che Alessia continua a inseguire.

La moda come rinascita

Tra i frammenti di una vita frantumata, Alessia ha trovato nella moda un’ancora di salvezza. Nel 2020, poco dopo aver compiuto diciotto anni, ha conquistato il titolo di “Miss Grand Prix on the Web”, un riconoscimento che ha voluto dedicare alla madre, figura centrale nella sua esistenza nonostante l’assenza. Per Alessia, l’ingresso nel mondo della moda non è stato un capriccio, ma una scelta consapevole. È un modo per rendersi autonoma, per costruire una carriera partendo dalle proprie passioni, e forse anche per sentirsi ancora vicina a Roberta, che le lasciava libertà nel vestire e incoraggiava la sua creatività.

Accanto alla carriera di modella, Alessia ha scelto di non trascurare l’aspetto accademico: frequenta il corso di Economia all’università di Pisa, un percorso utile per dotarsi di strumenti concreti nel campo del management e delle imprese creative. Oggi vive a Milano con il fidanzato Kian, di origini filippine, e continua a lavorare nel settore fashion, tra shooting fotografici e passerelle. Sui social racconta con discrezione la sua vita, condividendo momenti di lavoro, riflessioni personali e piccoli gesti quotidiani che trasmettono il suo desiderio di normalità.

Un amore che non muore mai

Il ricordo della madre resta il filo conduttore della sua esistenza. Alessia ha voluto tatuarsi un pensiero dedicato a Roberta, un segno indelebile sulla pelle che rappresenta un legame che nessun evento potrà spezzare. La sua voce si è fatta sentire anche in vari programmi televisivi, dove ha parlato della propria esperienza senza mai cadere nel sensazionalismo, ma cercando invece di portare alla luce la dimensione umana di un dolore che, pur essendo pubblico, resta intimo.

In una delle sue interviste più toccanti ha confessato che, quando pensa intensamente alla madre, ha ancora la sensazione di sentirla vicino. Una frase che racchiude tutto il suo bisogno di speranza, quella speranza che Roberta possa essere ancora viva, da qualche parte. E anche se la realtà sembra negarlo, Alessia continua a coltivare quella possibilità, aggrappandosi all’amore che resiste al tempo e all’assenza.

Una riflessione che riguarda tutti noi

La vicenda di Alessia Logli ci mette di fronte a interrogativi profondi: come si può ricostruire una vita quando il destino ti ha tolto tutto? Come si trova la forza di sorridere, di progettare, di amare, quando il passato pesa come un macigno? La sua storia ci invita a riflettere su quanto resiliente possa essere l’essere umano, soprattutto quando guidato da un affetto autentico e dalla voglia di verità. E tu, cosa ne pensi di questa vicenda? Lascia un commento con la tua opinione, perché ogni voce può aggiungere un tassello a questo complesso puzzle emotivo.

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