Una nuova pista riapre il caso Chiara Poggi: spuntano 280 messaggi e un inquietante SMS che potrebbe cambiare tutto. Scopri chi sono le cugine coinvolte.
Due cugine al centro della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi
Dopo quasi vent’anni da quel tragico 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi fu brutalmente uccisa nella sua abitazione di Garlasco, il suo nome torna nuovamente sotto i riflettori. L’allora fidanzato Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio e si trova ormai vicino alla fine della sua pena. Tuttavia, un nuovo capitolo si apre in questa vicenda intricata: la Procura di Pavia ha riacceso i fari su una pista investigativa abbandonata nelle fasi iniziali dell’indagine.
A far riemergere questa pista sono due figure rimaste finora nell’ombra: Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi, figlie gemelle dell’avvocato Ermanno Cappa e di Mariarosa Poggi, sorella del padre di Chiara. Le due sorelle non sono mai state indagate e non lo sono nemmeno ora, ma il loro coinvolgimento mediatico è esploso in seguito a una presunta conversazione emersa tra i nuovi atti dell’indagine.
Secondo quanto riportato dal settimanale Giallo, Paola Cappa avrebbe inviato un messaggio a un amico contenente una frase che lascia pochi dubbi: Mi sa che abbiamo incastrato Stasi. Questo messaggio, insieme ad altri 280 contenuti, è stato inserito tra gli atti analizzati dagli inquirenti nella riapertura delle indagini.
Chi sono le cugine Cappa
Stefania e Paola provengono da una famiglia ben inserita nel mondo della giurisprudenza. Il padre Ermanno è una figura di spicco nel panorama legale italiano: ex presidente dell’Associazione Italiana Giuristi d’Impresa e fondatore dello Studio Cappa & Partners a Milano, ha formato numerosi professionisti, tra cui la figlia Stefania.
Stefania Cappa è un’avvocatessa affermata. Dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita nel 2009 all’Università degli Studi di Pavia, ha proseguito la sua formazione specializzandosi in diritto penale societario e diritto sportivo. Nel 2012 è diventata avvocato del Foro di Milano e ha partecipato a numerosi master, tra cui quello in Finance per non finance manager, dedicato alla gestione finanziaria nel calcio professionistico.
La sua carriera si è sviluppata anche nel campo dello sport, dove ha ricoperto diversi ruoli istituzionali. È stata giudice sportivo per la Federazione Italiana Twirling, componente della Corte Federale d’Appello della Federazione Italiana Bocce, membro del Tribunale Federale della Federazione Italiana Pentathlon Moderno. Attualmente, Stefania è giudice sportivo territoriale per la Federazione Ginnastica d’Italia e procuratore federale della Federazione Italiana Sport Invernali. Inoltre, è attivamente coinvolta nel Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano come componente della Commissione Sport ed Eventi e ha fondato l’associazione AINER (Associazione Italiana Neonati Reflussanti).
Un’indagine che torna a far discutere
L’emergere di nuovi elementi nell’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi potrebbe cambiare radicalmente la narrativa costruita finora. Il contenuto dei messaggi attribuiti a Paola Cappa potrebbe, se confermato, aprire interrogativi inquietanti sulla dinamica dell’intera vicenda giudiziaria. La riapertura di piste lasciate in sospeso per anni dimostra come la verità, a volte, richieda tempo e pazienza per emergere completamente.
Alla luce di questi sviluppi, ci si chiede: c’è ancora molto da scoprire su quanto accaduto a Garlasco quel lontano giorno d’agosto? I nuovi elementi porteranno a una svolta definitiva o alimenteranno solo ulteriori dubbi?
Cosa ne pensate di questa riapertura delle indagini? È giusto continuare a cercare la verità anche dopo tanti anni?