Un paziente con un’identità rubata, medici pieni di segreti e una diagnosi che cambia tutto: scopri il secondo episodio di Watson e lasciati sorprendere da Redcoat.
La seconda puntata della serie Watson cambia marcia e alza decisamente la posta in gioco. Dimenticate la semplice introduzione al protagonista: in “Redcoat”, il vero protagonista è il mistero—non solo quello clinico, ma quello umano. La Holmes Clinic si trasforma in un campo minato emotivo, dove ogni medico ha una ferita nascosta e ogni diagnosi potrebbe nascondere molto più di una malattia.
Siamo subito catapultati nel caso di Andrew Tanner, un uomo che si risveglia credendo di essere Patrick Ferguson, un soldato scozzese del XVIII secolo. L’accento è perfetto, la convinzione incrollabile. Per Watson e il suo team, non è solo un paziente: è un enigma neurologico, un caso che sembra sfidare la realtà. Cosa spinge un uomo a rifugiarsi in una vita che non è la sua?
Segreti che sanguinano e verità che fanno male
Mentre il team cerca di capire cosa si nasconde dietro il comportamento di Tanner, le crepe iniziano ad aprirsi anche all’interno della Holmes Clinic. Sasha è intrappolata in una relazione spenta, Stephens nasconde una vita digitale fatta di bugie, Mary si lascia coinvolgere dal capo del personale, e Ingrid Derian… è un mistero nel mistero.
La diagnosi iniziale di Huntington sembra spiegare tutto, ma è troppo comoda per essere vera. Watson, con la sua intuizione tagliente da ex-detective, rimescola le carte e propone un’alternativa: il morbo di Wilson. Meno devastante, ma ancora più interessante per la trama. La malattia non è solo un ostacolo da curare, ma una scappatoia per Tanner, un modo per evitare la verità. Ed è proprio questo il nodo centrale: quanto siamo disposti a mentire a noi stessi per non affrontare ciò che fa male?
E quando la scienza non basta, entra in scena l’elemento umano. Il proiettile nel cervello di Tanner è circondato da aneurismi e l’unico a poterlo rimuovere è Isaac, un neurochirurgo geniale ma messo ai margini. Ingrid, con cui ha un passato torbido e irrisolto, lo convince a tornare in sala operatoria. Ma non senza scintille. I due si scontrano in un dialogo carico di sottintesi e ferite mai rimarginate, con Isaac che lancia un monito gelido a Mary: “Tieni Ingrid alla larga.”
La chirurgia è un successo, ma non è questo il vero finale. Il colpo di scena arriva negli ultimi secondi, con Ingrid davanti a uno specchio, intenta in un rituale ambiguo per coprire una menzogna. È solo un gesto, ma lascia il pubblico con una domanda bruciante: da che parte sta davvero?
Redcoat è una puntata che fa quello che ogni buon secondo episodio dovrebbe fare: espande, complica, affascina. E lo fa con il bisturi in mano, pronto a incidere non solo nei corpi, ma nelle anime dei personaggi.
E voi che ne pensate? Ingrid è davvero il cuore oscuro della Holmes Clinic? Ditecelo nei commenti!
